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Subsections
Sia R un anello commutativo con identità. Consideriamo l'insieme 
delle successioni a valori in R. Se 
denoteremo con an il
valore della funzione a sul naturale n.
Sull'insieme 
possiamo definire due operazioni:
Per la commutatività della somma nell'anelle R il termine
n-esimo del prodotto di due serie formali si può anche scrivere:
intendendo in tal modo dire che la somma è estesa a tutte le coppie di
indici i,j la cui somma è n.
Proposizione 16.1   
L'insieme 

con le due operazioni appena definite è un anello
commutativo con identità. Tale anello viene chiamato l'anello delle 
  serie formali a coefficienti in 
R.
 
Dim. 
La verifica che la somma definisca una struttura di gruppo abeliano in cui lo 0 è la
successione costantemente nulla (i.e. 0n=0 per ogni n) ad in cui
l'opposto della successione a è la successione 
(-a)n=-an è lasciata
per esercizio.
Dalla definizione e dal fatto che R è commutativo segue immediatamente che
il prodotto di serie formali è commutativo.
Proviamo che il prodotto è associativo.
quindi 
(a(bc))n=((ab)c)n per ogni n e quindi 
(a(bc))=((ab)c).
Proviamo ora la proprietà distributiva.
dato che questa relazione vale per ogni n allora 
a(b+c)=ab+ac. L'altr
aproprietà distributiva segue dalla commutatività del prodotto.
Consideriamo la successione 1 definita da
allora
poiché tale relazione vale per ogni n allora 1a=a. Che anche a1=asegue dalla commutatività del prodotto.
    
Definizione 16.2   
Chiameremo 
polinomio una serie formale definitivamente nulla (i.e.
  esiste 
n tale che 
ak=0 per ogni 
k>
n). Se 
a è un polinomio,
  chiameremo 
grado di 
a il numero
con la convenzione che 

.
 
Proposizione 16.3   
Se 
a e 
b sono polinomi, allora anche 
a+
b e 
ab lo sono e
Se 
R è un dominio di integrità, allora nella (
23) vale
l'uguaglianza.
 
Dim. 
Se 
necessariamente an=0 e bn=0 e quindi an+bn=0 per ogni 
,
quindi a+b è un polinomio e vale la
(22).
Sia 
e consideriamo 
.
Se 
e 
allora 
,
quindi in ogni
addendo della somma che esprime (ab)n o 
o 
ossia
almeno uno tra ai e bj è nullo. Quindi tutti gli addendi sono nulli e
pertanto (ab)n=0. Pertanto ab è un polinomio e vale la (23).
Sia R un dominio di integrità e siano 
e 
e
consideriamo 
.
Di tutti gli addendi di questa
somma, l'unico che può essere non nullo è quello che si ottiene con i=he j=k (in tutti gli altri casi possibili si ha che o i>h e quindi ai=0o j>k e quindi bj=0). E quindi 
in quanto 
,
e R è un dominio di integrità.
    
Proposizione 16.4   
L'insieme dei polinomi è un 
sottoanello dell'anello delle
  serie formali.
 
Dim. 
La proposizione precedente mostra che l'insieme dei polinomi
è chiuso per somma e prodotto. D'altra parte è evidente che le successioni
0 e 1 sono dei polinomi e che se a è un polinomio allora anche -a lo
è.
    
Osservazione 16.5   
Indichiamo ora con 
P l'anello dei polinomi a coefficienti in 
R, e
  consideriamo l'applicazione 

definita da
  

,
ossia 
i(
r) è la successione tale che
  
i(
r)
0=
r e 
i(
r)
n=0 per ogni 
n>0.
  
  L'applicazione 
i è un morfismo di anelli. Infatti
e quindi 
i(
r1=
r2)=
i(
r1)=
i(
r2).
Chiaramente il morfismo 
i è iniettivo, quindi è un isomorfismo con la
sua immagine, possiamo, e d'ora in poi lo faremo, identificare 
R con la sua
immagine 
i(
R). Osserviamo ancora che se 

e 
a è un polinomio,
allora
 
Dim. 
Procediamo per induzione su i. Per i=0, dalla definizione di
potenza)e:expg, segue che x0=1.
Supponiamo latesi vera per i allora
ma per ipotesi di induzione
quindi in definitiva
    
Osservazione 16.7   
L'
osservazione e la 
proposizione precedenti
permettono allora di scrivere ogni polinomio nel modo usuale. Infatti
D'ora in poi si userà questa notazione per i polinomi, e si indicherà con
R[
x] l'anello dei polinomi a coefficienti in 
R.
L'anello delle serie formali si denota invece con R[[x]]. Il nome serie
formali deriva dal fatto che una serie può essere pensata come una ``somma
infinita'' del tipo 
essenso x come nella
proposizione precedente. È chiaro che questa è però soltanto una comoda
notazione, in quanto in un anello non si possono fare somme infinite.
 
Osservazione 16.8   
Dalla (
16.3) segue che se 
R è un dominio di integrità allora
  anche 
R[
x] lo è. Infatti se 
![$P,Q\in R[x]$](img682.gif)
e sono non nulli, allora 

e quindi 

.
  
  D'altra parte è chiaro che se 
R non è un dominio allora a maggior
  ragione non lo è 
R[
x] che contiene 
R come sottanello.
 
 
 
   
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Domenico Luminati
1999-07-08