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Subsections
Teorema 17.1
Siano
R e
R' due anelli commutativi con identità, e sia
un morfismo di anelli con identità. Allora per ogni
esiste un
unico morfismo
tale che
- 1.
-
- 2.
-
Dim.
Definiamo
ponendo
l'applicazione è ben definita in quanto, trattandosi di polinomi, la somma a
secondo membro è finita. Evidentemente l'applicazione
così
definita verifica le proprietè (1) e (2). Proviamo che
è un
morfismo.
Siano
e
D'altra parte
dove la terzultima uguaglianza è ootenuta perché l'anello R' è
commutativo e l'ultima uguaglanza è ottenuta semplicemente riordinando i
termini della somma (cosa che si può fare perché la somma è
commutativa). Evidentemente si ha allora che
.
Proviamo ora l'unicità. Sia
un morfismo con le proprietà
richieste. Osserviamo che se
,
dato che
è un
morfismo deve risultare:
ossia
.
Osservazione 17.2
Un caso particolare del precedente teorema è quando
R=
R' e
.
In tal caso se
il valore di
viene solitamente
indicato con
P(
t) e viene chiamato la
valutazione in
t di
P (e
il morfismo
viene chiamato il morfismo di valutazione in
t).
P(
t) è ciò che si ottiene dando alla ``variabile''
x il valore
t.
Si osservi che in questo modo ad ogni polinomio
si associa una
funzione
definita da
fP(
t)=
P(
t). Si definisce così una
applicazione
che al polinomio
P associa la funzione
polinomiale
fP. Osserviamo che tale applicazione non è in generale
iniettiva, ossia si possono avere polinomi diversi che definiscono la stessa
funzione. Ad esempio si considerino i due polinomi
dati da
P=0 e
Q=
x2+
x. Chiaramente
P(0)=
P(1)=0 ma anche
Q(0)=0 e
Q(1)=1
2+1=1+1=0, pur tuttavia i due
polinomi sono diversi.
Esercizio 17.1
Si provi che l'applicazione
definita nell'osservazione
precedente (
essendo
)
è un morfismo di
anelli.
Soluzione
Teorema 17.3 (divisione euclidea)
Sia
K un campo e siano
con
,
allora esistono
unici
tali che
P1 = P2 Q + R
con
.
Dim.
Esistenza. Osserviamo innanzitutto che se
la tesi segue
prendendo Q = 0 e R = P1. Supponiamo allora che
e
procediamo per induzione su
.
Se
allora
e quindi
e dato che ,
e quindi è
invertibile. Ma allora
P1 = a (a-1 P1) + 0 = P2 (a-1 P1) + 0.
Sia ora
e supponiamo che la tesi sia vera per ogni
polinomio P con
.
Siano allora
e
con
e .
Dato che
è
invertibile, si consideri allora il polinomio
P=P1 - bnam-1xn-m
P2. Si osservi che
e quindi il polinomio P ha grado non
superiore a n. Ma d'altra parte
il termine di grado n è dato da
bnxn+(-bnam-1xn-mamxm)=0 e
quindi
.
Possiamo quindi applicare l'ipotesi di induzione per dire
che allora esistono
tali che P=QP2+R con
.
Ma allora
e quindi la tesi.
Unicità. Supponiamo che esistano
con
e
tali che
P1=P2Q+R=P2Q'+R'. Da quest'ultima relazione
segue immediatamente che
P2(Q - Q')=R' - R e quindi, passando ai gradi,
.
Ma ora, usando le relazioni sui
gradi,
ma allora
.
Dato che
ciò
implica che
ossia Q=Q', da cui segue che allora
anche R=R'.
Definizione 17.4
Sia
un polinomio. Diremo che
è una
radice
di
P se
.
Si dirà anche che
è uno
zero di
P.
Teorema 17.5 (di Ruffini)
Sia
K un campo e sia
allora
è una radice di
P se
e solo se
(i.e. esiste
Q tale che
P=(
x-
a)
Q, si veda
anche l'esercizio
15.4).
Dim.
Si esegua la divisione euclidea di P per
allora si ottiene
con ,
dato che
.
Si osservi
allora che
e quindi
se e solo se a=0 ossia se e
solo se
.
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Domenico Luminati
1999-07-08